I PENSIONATI, ORGANIZZATI CON USB, STANCHI DI SUBIRE SCENDONO IN PIAZZA
GIOVEDI' 23 NOVEMBRE 2023 - MOBILITAZIONE NAZIONALE - PRESISIO, ORE 10,30, SOTTO IL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZA - VIA XX SETTEMBRE - ROMA
Nei talk show televisivi, in maniera del tutto asettico, si discute, animosamente e con piglio di giustizia sociale, dei problemi che attengono ai Lavoratori e Pensionati, salvo poi constatare, nella realtà, che da questi loro sproloqui mediatici non vi è nulla di concreto ma rimangono, come al solito, solo proclami.
Difatti, una manovra economica che finanzia la guerra, che impegna miliardi per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, che NON ha attivato alcun provvedimento per tassare gli extra profitti, in particolare quella sui capitali bancari, delle società energetiche e farmaceutiche che hanno visto crescere, oltremisura, i dividendi per i loro azionisti; non si dice nulla sui grandi patrimoni, nulla di nulla sull’evasione fiscale che supera i 100 miliardi di euro, etcc., il Governo rivendica che la maggior parte economico che compone la manovra è rivolata ai meno abbienti, alla sanita, ai Lavoratori e Pensionati… Niente di più falso tant’è che sono previsti pochi spiccioli per l’aumento degli stipendi dei salari delle lavoratrici e lavoratori i quali, peraltro, ad oggi e solo in Italia si ritrovano con i salari più bassi, e con il segno meno, rispetto alla media di lavoratori dei paese europei; nessun aumento per le pensioni, anzi ancora una ulteriore riforma peggiorativa del sistema pensionistico, a cui rimandiamo ad una più attenta lettura del documento di USB Pensionati dal titolo “BASTA FARE CASSA CON LE PENSIONI” e niente di niente per le pensioni minime, e/o per i percettori dell’assegno sociale, che a tutt’oggi, sono inchiodate a poco più di 560,00 euro mensili.
Partendo da questi presupposti, come USB Pensionati, abbiamo deciso di scendere in piazza ed abbiamo programmato, per Giovedì 23 Novembre, una giornata di mobilitazione nazionale dei Pensionati, con presidio - ore 10,30 - al Ministero dell’Economia e delle Finanza – Via XX Settembre - Roma, per portare in piazza la rabbia di milioni di Pensionati che, ancora una volta si vedono mettere le mani in tasca atteso che, sempre con la legge di Bilancio 2023 - Esercizio finanziario 2024 – è stata attiva l’ennesima revisione del sistema pensionistico, peraltro in maniera peggiorativa, oltre a non prevedere nessun intervento ai fini di migliorare le condizioni di chi soffre e non riesce a sbarcare il lunario atteso che oltre del 40% dei pensionati, con le loro rispettive pensioni, NON superano la soglia minima di povertà che, ricordiamo, è fissata a 700/800 Euro mensili.
Anzi il Governo continua a fare campagna propagandistica rispetto all’aumento delle Pensioni. Ricordiamo che tali aumenti - peraltro per le pensioni minime si attestano di 4 Euro e 20 centesimi lordi mensili - altro non è la percentuale dello 0,8% sottratta dalla percentuale dell’inflazione programmata per il 2023 fissata all’8,1% e che il Governo Meloni stabiliva al 7,3% facendo cassa sui pensionati per un importo di circa 3 Miliardi e 300 milioni di euro – Fonte Banca d’Italia-.
Inoltre, con la tanta decantata riforma fiscale e con la rimodulazione delle aliquote IRPEF, da quattro a tre, la Meloni si vanta che con tale rimodulazione saranno avvantaggiati i redditi da lavoro dipendenti e pensionati medio bassi… Niente di più falso… CON QUESTA RIFORMA FISCALE ad avvantaggiarsi saranno coloro che hanno redditi oltre i 50 mila euro annui, mentre nessun beneficio potranno avere coloro che hanno redditi da lavoro dipendenti e da pensioni medio bassi, ed in particolare per coloro che NON superano la soglia dei 15 mila euro lordi annui, poiché per questi ultimi, la percentuale IRPEF è rimasta totalmente invariata ovvero al 23% così come lo era prima.
La disparità si consuma per effetto della flat/tax per gli imprenditori, professionisti, partite IVA, e così via, poiché il prelievo fiscale è del 15% sui redditi non superiori a 85 mila euro, a fronte del 23% che pagano i meno abbienti o meglio Lavoratori Dipendenti e Pensionati che NON superano i 15 mila Euro annui.
Queste sono le ingiustizie sociali a cui dobbiamo dare il giusto peso e anche per questo che ci mobilitiamo e scendiamo in piazza, anche come PENSIONATI, per cercare di arginare queste derive che acuiscono il dovario tra i ricchi e i meno abbienti e rendono più poveri coloro che, non per loro colpa, sono stati ricondotti in tale contesto socio economico che non permette più ecquità sociale.
In tale ottica, come USB Pensionati, riteniamo e rivendichiamo, come riportato nella nostra piattaforma, una radicale modifica del sistema pensionistico e fiscale così aticolata:
SUPERAMENTO DEL CALCOLO RETRIBUTIVO E CONTRIBUTIVO, CANCELLAZIONE DEFINITIVA ASPETTATIVA DI VITA E RICONOSCIMENTO DEI PERIODI DI INTERRUZIONE INVOLONTARIA DI LAVORO;
INNALZAMENTO VALORE DELLA PENSIONE MINIMA A 1.000,00 EURO NETTI PER 13 MENSILITA’, PENSIONE MASSIMA 5.000,00 EURO NETTI PER 13 MENSILITA’;
RIDUZIONE DEL PRELIEVO FISCALE ALLA MEDIA DEGLI ALTRI PAESI EUROPEI PARI AL 10/12%, CONSIDERANDO CHE, MENTRE IN ITALIA IL PRELIEVO FISCALE AL 2013 SI AGGIRAVA MEDIAMENTE INTORNO AL 25%, IN SPAGNA IL PRELIEVO FISCALE ERA AL 9,5%, NEL REGNO UNITO AL 7,2%, IN FRANCIA AL 5,2%, INGERMANIA ALLO 0,2% (Studio Confesercenti);
RICONOSCIMENTO AL 100% DEL VALORE DELLA PENSIONE DI REVERSIBILITA’ PER FAMIGLIE MONOREDDITO, FINO AL VALORE MASSIMO DI 2 VOLTE L’IMPORTO DELLA PENSIONE MINIMA;
RICONOSCIMENTO DEL TRATTAMENTO INTEGRATIVO L.21/2020 “Già Bonus Renzi” MAI EROGATO AI PENSIONATI.