GIU LE MANI DAL DIRITTO DI SCIOPERO…. LO SCIOPERO E’ UN DIRITTO COSTITUZIONALMENTE GARANTITO DI CUI GODONO I LAVORATORI … ESSO SI ESERCITA NELL’AMBITO DELLE LEGGI CHE LO RERGOLANO
Venerdì 17 Novembre 2023 - Sciopero Generale dei Lavoratori del Pubblico Impiego con manifestazione nazionale e presidio al Ministero della Pubblica Amministrazione - Palazzo Vidoni - ROMA. Appello alla partecipazione.
“APPELLO ALLA MASSIMA CONDIVISIONE E PARTECIPAZIONE ALLE INIZITIVA DI MOBILITAZIONE e di LOTTA INTRAPRESE DA USB”
Nei talk show televisivi, in maniera del tutto asettico, si discute, animosamente e con piglio di giustizia sociale, dei problemi che attengono ai Lavoratori e Pensionati, salvo poi constatare, nella realtà, che da questi loro sproloqui mediatici non vi è nulla di concreto ma rimangono, come al solito, solo proclami.
Difatti, una manovra economica che finanzia la guerra, che impegna miliardi per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, che NON ha attivato alcun provvedimento per tassare gli extra profitti, in particolare quella sui capitali bancari, delle società energetiche e farmaceutiche che hanno visto crescere, oltremisura, i dividendi per i loro azionisti; non si dice nulla sui grandi patrimoni, nulla di nulla sull’evasione fiscale che supera i 100 miliardi di euro, etcc., il Governo rivendica che la maggior parte economico che compone la manovra è rivolata ai meno abbienti, alla sanita, ai Lavoratori e Pensionati… Niente di più falso tant’è che sono previsti pochi spiccioli per l’aumento degli stipendi dei salari delle lavoratrici e lavoratori i quali, peraltro, ad oggi e solo in Italia si ritrovano con i salari più bassi, e con il segno meno, rispetto alla media di lavoratori dei paese europei; nessun aumento per le pensioni, anzi ancora una ulteriore riforma peggiorativa del sistema pensionistico, a cui rimandiamo ad una attenta lettura del documento di USB Pensionati dal titolo “BASTA FARE CASSA CON LE PENSIONI” e niente di niente per le pensioni minime, o/o per i percettori dell’assegno sociale, le quali, a tutt’oggi, sono inchiodate a poco più di 500,00 euro mensili.
Partendo da questi presupposti, e come voi tutt@ già sapete, oltre a tutte le iniziative che vengono attivate, organizzate e praticate quotidianamente a tutela dei diritti e dignità di Lavoratori e Pensionati, come sindacato USB sono state proclamate due giorni di mobilitazione e di lotta che hanno il carattere nazionale, le cui motivazioni, come si diceva prima, risiedono proprio nel contesto dei provvedimenti Governativi ed in ultimo, ma non per ultimo, rispetto al contenuto della Legge di Bilancio 2023 – Esercizio finanziario 2024 – che è peggiorativa rispetto alle già precarie condizioni economiche e sociali dei Lavoratori e Pensionati.
In tale ottica, già dallo scorso mese di Agosto, la USB proclamava lo sciopero generale dei Lavoratori del Pubblico Impiego e analizzando il contenuto della manovra economica con acclusa la scarsità delle risorse appostate per il rinnovo dei contratti, peraltro già scaduti da due anni, si programmava per il 17 Novembre 2023, la giornata nazionale di mobilitazione con manifestazione e presidio – ore 10,30 , al Ministero della Funzione Pubblica – Palazzo Vidoni – Roma, per rivendicare quanto definito con apposita piattaforma rivendicativa articolata in: ridare centralità al sistema pubblico; aumenti dei salari partendo da un minimo di 300 Euro netti mensili; stabilizzazione di tutti i precari che prestano la loro attività lavorativa all’interno degli Uffici della Pubblica Amministrazione; interventi strutturali alla Sanità; per una sanità pubblica ed universale affinché tutti possono curarsi e ridurre le liste di attesa e che tutto il personale sanitario, inteso nella sua generalità, venga considerato per la delicatezza delle prestazioni lavorative a cui sono chiamato ad assolvere. Una scuola che dovrebbe essere pubblica ed uscire dal contesto aziendale che oggi e ricondotta con l’autonomia scolastica, il cui intero corpo docente, personale educativo, amministrativo ed ausiliario, possano vedersi riconoscere i rivendicati aumenti stipendiali.
Di pari tenore, come USB Pensionati, abbiamo programmato, per Giovedì 23 Novembre, una giornata di mobilitazione nazionale dei Pensionati, con presidio - ore 10,30 - al Ministero dell’Economia e delle Finanza – Via XX Settembre - Roma, per portare in piazza la rabbia di milioni di Pensionati che, ancora una volta si vedono mettere le mani in tasca atteso che, sempre con la legge di Bilancio 2023 - Esercizio finanziario 2024 – è stata attiva l’ennesima revisione del sistema pensionistico, peraltro in maniera peggiorativa, oltre a non prevedere nessun intervento ai fini di migliorare le condizioni di chi soffre e non riesce a sbarcare il lunario atteso che oltre del 40% dei pensionati, con le loro rispettive pensioni, NON superano la soglia minima di povertà che, ricordiamo, è fissata a 700/800 Euro mensili.
Anzi il Governo continua a fare campagna propagandistica rispetto all’aumento delle Pensioni. Ricordiamo che tali aumenti - peraltro per le pensioni minime si attestano di 4 Euro e 20 centesimi lordi mensili - altro non è la percentuale dello 0,8% sottratta dalla percentuale dell’inflazione programmata per il 2023 fissata all’8,1% e che il Governo Meloni stabiliva al 7,3% facendo cassa sui pensionati per un importo di circa 3 Miliardi e 300 milioni di euro – Fonte Banca d’Italia-.
Quindi queste due giornata di mobilitazioni e di lotta, ancorché diverse tra loro, si accomunano per le medesime rivendicazioni poiché le Pensioni - o meglio per tutti i lavoratori che dopo una vita di sacrifici lavorativi si auspicano di arrivare al fatidico traguardo della pensione – vengono determinate in ragione di tutto quanto ha caratterizzato la vita lavorative. Anche rispetto a questo il Governo, con la manovra di bilancio, ha messo mano, in maniera peggiorativa, ai coefficienti di calcolo delle pensioni per i dipendenti pubblici iscritti alle casse dell’ex INPDAP, come i dipendenti degli Enti Locali (CPDEL), gli insegnanti e le insegnanti degli asili nido parificati (CPI), i sanitari iscritti alla cassa (CPS), gli ufficiali giudiziari/aiutanti ufficiali giudiziari e coadiutori iscritti alla cassa (CPGU), nei confronti dei quali la determinazione delle loro pensioni subirebbero una perdita variabile tra i 200 e gli 800 euro mensili.
Poiché è acclarato, per noi di USB, che la vita lavorativa, per la quasi totalità dei lavoratori, è stata abbastanza complicata e critica, come USB Pensionati ci siamo posti questo problema ed abbiamo elaborato una nostra piattaforma rivendicativa di lungo respiro a cui ci auspichiamo che venga data la giusta attenzione da parte di tutti, nessuno escluso, se vogliamo cambiare l’ordine delle cose e mettere un argine a quelle derive che stanno acuendo il divario tra le classi, o meglio tra ricchi e poveri laddove, queste misure varate dal Governo, tendono ad avvantaggiare i benestanti a discapito dei meno abbienti.
Infatti con la tanta decantata riforma fiscale e con la rimodulazione delle aliquote IRPEF, - solo per citarne alcune dei provvedimenti varati dall’attuale Governo – ha abbassato tali aliquote da quattro a tre, i cui risultati saranno quelli che ad avvantaggiarsi sono i redditi alti, cioè i percettori di reddito oltre i 50 mila euro annui, mentre nessun beneficio potranno avere coloro che hanno redditi da lavoro dipendenti e da pensioni medio bassi, ed in particolare per coloro che NON superano i 15 mila euro lordi annui, poiché per questi ultimi, la percentuale IRPEF è rimasta totalmente invariata ovvero al 23% così come lo era prima.
La disparità sta nel fatto che per gli imprenditori, professionisti, partite IVA, e così via, è stata pensata ed introdotta, dal Governo Meloni, la flat/tax con un prelievo fiscale del 15% sui redditi non superiori a 85 mila euro, a fronte del 23% che pagano i meno abbienti o meglio chi NON superano i 15 mila Euro annui.
Queste sono le ingiustizie sociali a cui dobbiamo dare il giusto peso e mobilitarci ponendo le basi per arginare queste derive che acuiscono il dovario tra i ricchi e i meno abbienti.
Per questo che facciamo appello alla condivisione e alla massima partecipazione alle mobilitazioni, affinché ognuno di noi possa assumere quella consapevolezza per poter uscire da quel contesto di assuefazione a cui siamo stati ricondotti per effetto della quotidiana propaganda che sistematicamente, e scientificamente, ci viene raccontata e propinata.
Una volta tanto proviamo a mettere in atto un raccordo di classe diverso da quello che abbiamo registrato sin ora al fine di mettere in atto le necessarie azioni volte nel garantire il pieno rispetto del dettato costituzionale, per ribaltare le imperanti logiche del mercato, non solo nei rapporti lavorativi, ma anche nello stato sociale.