Dibattito Pubblico - "PIGS La vendetta dei Maiali" Uscire dall'UE e dall'Euro

Grande attenzione ha riscosso l’iniziativa di dibattito pubblico sulle questioni politiche-economiche dell’Unione Europea racchiuse nel libro “PIGS – La vendetta dei Maiali”

Benevento -

Si è tenuto nella mattinata odierna,  presso la sede USB di Benevento l’assemblea/dibattito che si è caratterizzata sulle questioni politiche-economiche dell’Unione Europea, le gravi ripercussioni sul piano sociale, e quali le prospettive di riscatto dei lavoratori e dei cittadini racchiuse nel libro  “PIGS – La vendetta dei maiali” con l’autorevole intervento di uno degli autori, Luciano Vasapollo, già  professore di Analisi Dati di Economia Applicata all’Università la «Sapienza»  di Roma, Delegato del Rettore per le Relazioni Internazionali con i Paesi dell’ALBA; professore all’Università de La Habana (Cuba) e all’Università «Hermanos Saíz Montes de Oca» di Pinar del Río (Cuba), nonché  direttore del Centro Studi CESTES e delle riviste PROTEO e NUESTRA AMÉRICA.

La nutrita partecipazione trasversale di lavoratrici e lavoratori di diversi settori rileva quanto i temi attinenti la cosiddetta questione europea siano sentiti dalle classi popolari.

La discussione del libro è stata l’occasione per porre l’accento sulle ricadute nella vita reale delle decisioni prese dall’Unione Europea e, in maniera generale, di quanto la natura capitalista, liberista ed imperialista della UE sia un ostacolo importante alla realizzazione delle esigenze del nostro blocco sociale.

L’essenza stessa di questa Unione Europea è alla base della mancata attuazione di politiche orientate al benessere di chi sta in basso e non ai profitti di chi sta in alto.

La costruzione dell’Unione Europea accentua le disuguaglianze, evidenziando il divario tra Nord e Sud, con i Paesi meridionali, tra cui il nostro, nella posizione dei PIGS, appunto, dei porci, di quelli che rappresentano un peso ed un problema per lo sviluppo del Continente.

Una visione, tra l’altro, profondamente colonialista, che attribuisce alle popolazioni del Sud dell’Europa gli stereotipi razzisti degli scansafatiche, degli scrocconi, degli indolenti non inclini al lavoro.

D’altronde la visione colonialista dell’Unione Europea appare evidente nel suo approccio nei confronti dei tanti Sud del mondo, esemplificata nelle politiche contro i migranti e nelle decisioni assunte in materia di politica internazionale, sempre prone alle mire predatorie ed imperialiste degli Stati Uniti.

A tal proposito il dibattito odierno è stato incentrato anche su quello che sta accadendo in Venezuela, Paese che sta subendo un attacco vergognoso alla propria sovranità in barba a qualsiasi norma del diritto internazionale.

L’USB ha espresso oggi ancora una volta la propria solidarietà al legittimo governo del Presidente Maduro, al cui fianco è schierata non solo la nostra organizzazione ma l’intera Federazione Sindacale Mondiale, di cui facciamo parte, che rappresenta circa 95 milioni di lavoratrici e lavoratori di tutto il mondo.

La classe lavoratrice mondiale è a difesa del processo rivoluzionario bolivariano e della sovranità popolare del Venezuela contro le ingerenze degli Stati Uniti, della Nato e dell’Unione Europea.

Ci schieriamo dalla parte di Maduro e del popolo venezuelano anche perché l’esperienza politica di quel Paese rappresenta per noi un punto di riferimento per rompere la gabbia dell’Unione Europea, con la proposta di un’Alba Euromediterranea sul modello dell’Alba latinoamericana e dell’uscita dall’Euro con l’istituzione di una moneta virtuale di Area simile al Petro lanciato dal governo Maduro in Venezuela.

Quello che sta accadendo in Venezuela è importante anche perché l’Unione Europea ha avuto e avrà la stessa presa di posizione durissima volta ad impedire qualsiasi tentativo di riscossa delle classi popolari anche nel nostro Paese. D’altronde è bastata la sola timidissima messa in discussione del governo gialloverde della cosiddetta regola del 3 per cento del rapporto deficit/PIL per scatenare l’ira di Bruxelles con minacce di sanzioni di miliardi di euro, immaginiamoci se in futuro qualche governo dovesse mettere in atto una delle nostre proposte sul lavoro, sul welfare o sulle nazionalizzazioni cosa potrebbe fare l’Unione Europea per impedirlo.

Questa è la realtà in cui ci troviamo ad operare e le classi popolari del nostro Paese devono essere consapevoli dell’importanza della sfida, motivo per cui oggi dobbiamo supportare il governo legittimo di Maduro ed incentivare nel nostro Paese una presa di coscienza collettiva contro questa Unione Europea con un programma chiaro di uscita e costruzione di un'alleanza di popoli che si richiama anche ai percorsi di transizione come quelli dell’ALBA di Nuestra America quale processo di alternativa reale del mondo del lavoro e del lavoro negato, degli sfruttati dal capitale.