Dibattito Pubblico - Autonomina differenziata, quali le ricadute per il SUD
Giovedì 6 giugno 2019 - Ore 18.00 - Sala Vergineo - Museo del Sannio - Benevento
Nel silenzio pressoché totale dell’opinione pubblica e di gran parte delle forze politiche e sindacali di questo Paese, la Lega, con il consenso delle altre compagini di destra nonché del PD e l’ambiguità dei 5stelle, sta per portare a termine la cosiddetta autonomia differenziata che avrà delle ricadute enormi nel progressivo impoverimento del Sud ed anche nel nostro contesto territoriale.
In tale scenario occorre provare a conoscere meglio tale disegno di legge per capire la pericolosità di un progetto che, a ben vedere, va oltre la classica idea leghista di secessione, trattandosi di un vero e proprio provvedimento normativo che acuisce il divario tra Nord e Sud in cui le regioni più ricche d'Italia proveranno a ridefinire i rapporti con lo Stato così che i più ricchi abbiano sempre più opportunità, più finanziamenti e più risorse da spendere, mentre i più poveri rimarranno ancorati al proprio destino di vedersi precludere aspettative di miglioramento sia in tema di welfare che di prospettiva lavorativa.
Tutti possiamo ben immaginare che, se si affermasse una logica di questo tipo, non solo verrebbe a cadere ogni principio di solidarietà costituzionalmente garantito tra le regioni, ma si proseguirebbe lungo un binario economico disastroso che si basa sulla differenziazione dei diritti tra cittadine e cittadini di uno stesso paese.
Già oggi scuole, sanità, trasporti sono nettamente peggiori al sud; questo comporta un progressivo peggioramento delle opportunità ed un sempre più terribile aumento dei flussi migratori da Sud al Nord.
Da più parti, del resto, si sottolinea come, nelle regioni del sud, si stia assistendo ad un vero e proprio spopolamento, al peggiorare delle condizioni di vita complessive e tutto ciò diverrebbe ineluttabile, perché negare a queste regioni l'opportunità di spendere risorse per garantire servizi minimi, quali le prestazioni sanitarie o quelle educative e scolastiche, vorrebbe dire rendere ancora più povere e depresse queste regioni. In queste settimane nel Mezzogiorno d'Italia tanti comitati e cittadini si stanno organizzando per opporsi a questo disegno voluto fortemente dal partito liberista del Nord: dalla Sicilia alla Campania, passando per la Calabria, tanti comitati sono infatti nati: gli appelli continuano a moltiplicarsi e le adesioni alla campagna di opposizione a questa riforma continua a crescere, nonostante lo strumentale disinteresse dei media, di parte della politica e persino di parte del mondo sindacale.
Ora è giunto il momento di dare voce a questa opposizione e per tali aspetti abbiamo voluto organizzare un momento di discussione anche nella nostra Provincia invitando ad intervenire anche rappresentanti delle istituzioni locali per approfondire il dibattito e allargare il fronte di resistenza. La cittadinanza tutta è invitata a partecipare attivamente.